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"L’accesso alle strutture sanitarie da parte dello straniero non in regola con le norme sul soggiorno non può comportare alcun tipo di segnalazione all’autorità, salvo i casi in cui sia obbligatorio il referto, a parità di condizioni con il cittadino italiano” (D. Lgs. 286/98, art. 35, comma 5). Intorno a queste poche righe (e alla loro proposta di abrogazione) si è consumata, lo scorso anno, un’autentica battaglia sui diritti individuali, sul ruolo sociale degli operatori della salute e sul senso del nostro sistema sanitario, di cui abbiamo dato periodica informazione e commento. Ora che l’eco dei giornali e delle televisioni si è spenta, qualcuno si chiederà: ma come è finita quella storia? Sul Blog Saluteinternazionale.info un articolo che riassume l’intera vicenda.

 

  • Noi non segnaliamo. La vittoria degli anticorpi (della ragione e della democrazia)
  • leggi la lettera della SIMM dopo l'approvazione del DDL Sicurezza (3.07.09)
  • vai direttamente al Dossier "proposta di abrogazione comma 5 art. 35 T.U."
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Il 21 ottobre 2009, il Ministero del Lavoro, della salute e delle Politiche Sociali ha diramato una nota dal titolo “Certificato sostitutivo provvisorio emesso dalla Romania – TEAM emessa dal Belgio e valida solo per i ricoveri ospedalieri”. La Regione Lazio recependo la nota la trasmette il 22 dicembre 2009 specificando che le autorità rumene hanno esteso “la validità temporale del certificato sostitutivo provvisorio della TEAM. Tale certificato che può essere richiesto anche d’ufficio all’istituzione competente rumena nel caso in cui il cittadino ne sia sprovvisto, assicura la copertura delle prestazioni sanitarie effettuate in Italia dai cittadini rumeni anche in data anteriore al suo rilascio con una retroattività che non supera i tre anni”. Alcuni operatori di Aziende sanitarie del Lazio hanno interpretato questa nota come il termine della possibilità di rilascio del tesserino ENI (Europeo non iscritto). Interpretazione assolutamente fallace. La Romania, con la disposizione che ha spinto il Ministero a diramare la nota citata, ha voluto tamponare la situazione di tanti suoi concittadini all’estero (vale per tutto il territorio dell’Unione Europea) sprovvisti, per vari motivi, della TEAM, garantendone la retroattività proprio dall’ingresso della Romania in EU. Pertanto tutti coloro che possono avere tale tessera o il certificato sostitutivo è bene che lo chiedano e lo esibiscano: questo vale non solo per i rumeni immigrati di recente ma anche per tutti gli altri. Per coloro che non possono avere la TEAM o il certificato sostitutivo, per coloro che non sono residenti e si trovano in condizione di fragilità sociale, è possibile rilasciare l’ENI (per le Regioni che lo hanno previsto) che, come sappiamo, non è un codice anonimo in quanto a differenza dell’STP, la persona è tenuto a fornire i propri dati che potranno essere trasmessi, in rendicontazione separata, all’autorità rumene. (SG)

  • Lettera del CNAS rumeno al Ministero del Lavoro, della Salute e delle Politiche Sociali (2009)
  • Nota Ministero del Lavoro, della Salute e delle Politiche Sociali (21.10.2009)

Nota Regione Lazio (22.12.2009)

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Recentemente alcune dichiarazioni del Ministro Gelmini a proposito della “gestione” scolastica dei bambini figli di immigrati hanno suscitato reazioni, e molti nostri soci hanno chiesto alla Società Italiana di Medicina delle Migrazioni (SIMM) di prendere una posizione. Richiesta quanto mai opportuna, dato che si tratta di misure che hanno un indubbio impatto sulla salute psichica di queste generazioni di nuovi italiani. Il Consiglio di Presidenza della SIMM ha chiesto al socio Marco Mazzetti di analizzare l’impatto di questa proposta alla luce del bisogno di una sana crescita psicologica del bambino straniero. Il suo contributo è la posizione della SIMM.

  • Scarica il documento SIMM “Di quali leggi abbiamo bisogno” di Marco Mazzetti
  • Considerazioni e documenti del Gruppo CRC (Gruppo di lavoro per la Convenzione sui Diritti dell'Infanzia e dell'Adolescenza) su bambini stranieri e scuola
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