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La legge italiana in tema di salute degli immigrati irregolarmente presenti è attualmente "una buona legge" pur con residue criticità.
L'applicazione di tale corpus iuris presenta due grandi problematiche che ne riducono la fruibilità:

  1. la regionalizzazione delle disposizioni sanitarie che favorisce inadempienze locali,
  2. l'elevato numero di immigrati "neocomunitari" (Romeni e Bulgari, circa il 25% del totale) per i quali la mancanza di un Sistema Sanitario Nazionale a copertura universale costituisce un presupposto foriero di discriminazioni rispetto alla reciprocità delle prestazioni sanitarie nel resto dell'U.E.

 

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Il numero monografico intende esplorare sotto diversi aspetti il rapporto tra migrazioni e salute qui descritti, attraverso la raccolta di contributi di carattere sia empirico sia teorico principalmente (ma non esclusivamente) sui seguenti temi:

  • la relazione tra le problematiche di salute dei e delle migranti e le loro condizioni di vita e di lavoro nei Paesi di destinazione;
  • le ripercussioni sulla salute dei traumi, delle violenze e delle ristrettezze vissute nel Paese di origine, durante il viaggio e nel contesto di destinazione;
  • l’accesso e l’utilizzo dei servizi sanitari e più in generale le iniziative per fronteggiare la malattia (anche sul piano transnazionale);
  • i meccanismi di distribuzione diseguale della salute in base a genere, età, classe, appartenenza linguistico-culturale, “razza”, status legale;
  • i diversi paradigmi su salute, malattia e terapia e in relazione ad essi la produzione del senso storico-sociale di questa esperienza;
  • il rapporto tra determinanti sociali, condizioni di vita, diseguaglianze economiche e salute in una prospettiva internazionale.

Deadline
Si invitano gli interessati a inviare i loro saggi originali e una breve nota biografica entro il 1° marzo 2020.

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Di Sandro Spinsanti abbiamo già parlato sul sito della SIMM tempo fa, quando recensimmo il suo precedente volume, “La Medicina Salvata dalla Conversazione”. Oltre a essere un grande esperto di bioetica (e in questo suo ruolo ha offerto con generosità la sua consulenza anche alla redazione del codice etico della nostra società, di cui è amico da decenni), si è molto dedicato, in anni recenti, a studiare gli effetti della comunicazione nelle relazioni di cura.
Da quest’attività è nata una trilogia di volumi dedicata alla relazione di cura. Il primo di questi testi parla della medicina narrativa (La medicina vestita di narrazione), il secondo affronta il tema delicato e sensibile del fine vita, cui Spinsanti ha dedicato una parte rilevante della sua attività di ricercatore, di autore e di formatore (Morire in braccio alle Grazie), tema particolarmente attuale dopo la recente sentenza della Corte Costituzionale che, supplendo alla latitanza del Parlamento, ha definito alcuni criteri per assistere gli ammalati gravi che decidono di porre fine alla propria esistenza; il terzo volume (La Medicina Salvata dalla Conversazione), infine, è dedicato al valore della conversazione nella relazione di cura.

Questo nuovo impegno editoriale completa la produzione di Sandro Spinsanti sul tema entrando nel merito della tecnica comunicativa. È qualcosa di cui noi medici, a mio parere, abbiamo necessità.

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