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Il Ministero del Lavoro, della Salute e delle Politiche Sociali ha predisposto, con la Federazione Italiana dei Medici Pediatri, un Protocollo d’intesa per una maggiore tutela della salute dell’infanzia riguardo la problematica della circoncisione rituale clandestina. L’accordo prevede un monitoraggio del fenomeno attraverso una adeguata informazione nei punti nascita, negli ambulatori dei pediatri ed in ogni altra struttura interessata con la promozione di campagne di comunicazione e counselling alle famiglie che sono orientate all’intervento. I Pediatri di Famiglia ed i Pediatri dei Pronto Soccorso esporranno un poster per fornire alle persone interessate informazioni circa le corrette procedure chirurgiche e le indicazioni delle strutture del servizio sanitario a cui rivolgersi.

La vigente legislazione sanitaria sui servizi e sulle prestazioni che devono essere garantite dal Sevizio Sanitario Nazionale indica la “circoncisione rituale maschile” tra le “Prestazioni totalmente escluse dai LEA”.
Gli ospedali pubblici sono tenuti comunque a praticare tutti gli interventi diagnostici e terapeutici utili a fini di tutela della salute e particolarmente in condizioni di urgenza, sono quindi obbligati a intervenire anche per ovviare a esiti nefasti di interventi di circoncisione comunque e dovunque praticati.
Alcune Regioni italiane (Piemonte, Liguria, Friuli Venezia Giulia) nella loro autonomia hanno previsto lo stanziamento di fondi a favore di progetti per certo numero di interventi gratuiti di circoncisione da effettuarsi su bambini figli di immigrati residenti, che ne facciano richiesta.
(Fonte: http://www.ministerosalute.it/dettaglio/phPrimoPianoNew.jsp?id=185)

  • Delibera Friuli Venezia Giulia 1754 del 4 settembre 2008
  • Allegato alla Delibera del Friuli Venezia Giulia
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Si presenta in ospedale per sottoporsi ad una interruzione volontaria di gravidanza ma la polizia, al termine dell'intervento, la arresta perche' irregolare. E' accaduto a Treviso ad una ragazza ghanese di 20 anni, senza fissa dimora. Il presidente della provincia di Pordenone afferma “La norma che vieta di segnalare alle autorità i clandestini che utilizzano le strutture sanitarie è un'autentica vergogna” e chiede al ministro dell’Interno Maroni di attivarsi per rivedere gli articoli legislativi riguardanti l'assistenza sanitaria a chi risiede illegalmente in Italia. In particolare propone di abrogare la disposizione che prevede il divieto per il personale sanitario di segnalare alle autorità di Polizia i clandestini che richiedono aiuto medico.

La SIMM risponde dal sito di La Repubblica-Metropoli.

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Nel mondo ci sono 2,7milioni di vittime di tratta, di cui l’80% è costituito da donne e minori. In Italia sono 54.559 le vittime che hanno ricevuto assistenza e protezione nel periodo compreso fra il 2000 e il 2007 e di esse 938 erano minori. Un fenomeno che raggiunge fatturati altissimi che come auspicato dall’organizzazione internazionale Save the Children nel dossier “Piccoli schiavi” sulla tratta dei minori in Italia, va contrastato attraverso buone leggi ed efficaci programmi di sostegno.
(Newsletter n°29  di programmaintegra.it - settembre 2008.
http://www.programmaintegra.it/)

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