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Nell'ambito del Programma Nazionale Linee Guida Salute Migranti che vede la collaborazione tra la Società Italiana di Medicina delle Migrazioni (SIMM), l'Istituto Superiore di Sanità (ISS) e l’Istituto Nazionale per la promozione della salute delle popolazioni migranti e il contrasto delle malattie della povertà (INMP) per l'elaborazione di raccomandazioni evidence-based sulla salute della popolazione migrante, è stata realizzata la linea guida “Il controllo della tubercolosi tra gli immigrati in Italia.

La linea guida è rivolta ai decisori e agli operatori socio-sanitari e presenta indicazioni per il controllo della tubercolosi tra gli immigrati, a fronte dell’incertezza e della variabilità delle pratiche adottate nei diversi contesti regionali e locali, per migliorare l’appropriatezza clinica e organizzativa, nonché l'efficienza, degli interventi di prevenzione, identificazione precoce e trattamento della malattia tubercolare e dell’infezione tubercolare latente.

Il documento di indirizzo è stato prodotto seguendo la metodologia utilizzata dal Sistema Nazionale Linee Guida dell’ISS, tenendo conto delle evidenze disponibili nella letteratura scientifica a livello nazionale e internazionale. Alla stesura del testo hanno partecipato un gruppo di lavoro interistituzionale, con l’obiettivo di selezionare, valutare e sintetizzare la letteratura disponibile, e un panel multidisciplinare di esperti che ha contribuito a formulare le raccomandazioni finali.

Le raccomandazioni proposte riguardano:

  • le strategie efficaci per migliorare l’accessibilità dei servizi sanitari da parte degli immigrati;
  • le strategie indicate per l’identificazione precoce della malattia tubercolare nella popolazione immigrata;
  • le strategie indicate per l’identificazione dell’infezione tubercolare latente nella popolazione immigrata (screening);
  • le strategie indicate per incrementare l’aderenza al trattamento e il completamento del follow up per la malattia tubercolare e per l’infezione tubercolare latente nella popolazione immigrata;
  • le condizioni per le quali è indicata l’offerta della vaccinazione antitubercolare ai minori immigrati.

Questa è la seconda linea guid prevista dal programma delle tre istituzioni e segue le linee di indirizzo sui controlli sanitari alle frontiere.

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Categorie: News Advocacy

 

La Società Italiana di Medicina delle Migrazioni (SIMM) esprime disappunto ed indignazione per il lungo stallo della nave ‘Diciotti’ nel porto di Catania: circa centocinquanta persone sono state di fatto private dei diritti civili e politici sanciti dalle convenzioni internazionali sull’asilo, dalla normativa comunitaria e dalla nostra Costituzione e costretti a subire una protratta condizione di grave disagio fisico e psicologico.

La SIMM ritiene inaccettabile che sulla vita e sui corpi di questi migranti, come di altri in precedenza in situazioni analoghe (non trattandosi del primo episodio di questa natura e, abbiamo ragione di temere, nemmeno l’ultimo), si giochi una cinica contrattazione politica tra il Governo italiano e l’Unione Europea, incapaci di dare risposte democratiche credibili attraverso un’azione di mediazione diplomatica e di revisione di una normativa che si è dimostrata inadeguata per il ricollocamento e l’accoglienza di coloro che arrivano in Italia convinti di arrivare in Europa.

Come ha precisato l’Associazione Studi Giuridici sull’Immigrazione (ASGI) il tentativo di usare ogni arrivo di migranti come arma di pressione sulla UE è inutile rispetto agli obiettivi che il governo dichiara di perseguire poiché l’unica soluzione per la gestione comune e condivisa degli arrivi è la riforma del regolamento Dublino [1].

Nell’aderire convintamente all’appello formulato al Governo italiano dalle Associazioni del Tavolo Asilo, la SIMM desidera esprimere anche apprezzamento e solidarietà al Dott. Stefano Vella, che, con un atto di alta coscienza, coerenza e responsabilità, ha presentato le proprie dimissioni da Presidente dell’AIFA motivandolo con l’impossibilità di accettare, come medico, il trattamento riservato ai migranti della nave Diciotti [2].

Così come solidarizza con i molti operatori della salute che, accanto a una cittadinanza attiva e non più intenzionata a subire silenziosamente azioni di violazione dei diritti umani, hanno espresso la propria indignazione per la vergognosa vicenda.

In particolare in ambito sanitario, tali e tante sono state le voci di protesta che si sono levate, che Filippo Anelli, presidente della Federazione nazionale degli Ordini dei Medici Chirurghi e degli Odontoiatri ha voluto esprimere il sostegno a tutti i medici e al personale sanitario che si sono adoperati per accogliere i migranti della nave Diciotti [3], professionisti che, uno ad uno, incarnano con la loro testimonianza il rispetto del Codice deontologico che impone al medico il dovere di assistere tutti gli esseri umani , a prescindere dal colore della pelle, dal credo religioso, dal censo, dalla condizione sociale e giuridica e da qualsiasi altra possibile distinzione.

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Categoria: News

Da inizio dicembre 2017, una stanzetta adiacente la stazione ferroviaria di Bardonecchia è diventata un centro di accoglienza, orientamento legale e soccorso sanitario.
Inizialmente aperta solo la notte, dopo che la sala d’attesa chiudeva poi anche di giorno.
In principio solo con medici ed infermieri affiancati da volontari “laici” (tra i quali alcuni soci SIMM), in seguito con la presenza fissa di mediatori. Una scrivania, qualche sedia, un computer, qualche branda e altri “letti” di fortuna, coperte, e soprattutto calze calde, scarponi, maglioni e pile, guanti, sciarpe, cappelli, pantaloni pesanti. E prime cure in caso di principio di assideramento o malesseri vari , cibo, accurate indicazioni sulla normativa, sui diritti, sui centri di accoglienza, sui rischi di rimpatrio se sorpresi a tentare di passare la frontiera a piedi, sui pericoli legati alla neve e al ghiaccio (dei quali non conoscono il peso e la durezza, ragazzi che spesso nemmeno hanno mai visto “le nuvolette” col loro fiato). Tutto questo grazie alla collaborazione tra l'associazione Rainbow for Africa (missione denominata Freedom Mountain), volontari locali e il comune di Bardonecchia .

Ogni giorno e ogni notte uomini, donne (spesso in gravidanza), famiglie (sovente con bambini), minori non accompagnati provano a superare il confine, a piedi, nella neve ghiacciata, vestiti in modo inadeguato (infradito o scarpette da passeggio, caviglie scoperte, abiti leggeri). Arrivano in modo autonomo o fermati dalla polizia italiana o respinti da quella francese perchè privi di documenti che consentano la libera circolazione in Europa, privi di biglietto di ritorno o di risorse economiche dimostrabili. Al momento sono state circa 1200 le persone accolte nella stanzetta. Spesso hanno permessi di asilo come rifugiati, ma in fase di rinnovo. Praticamente tutti non sanno che ne possono chiedere il rinnovo fino a 60 giorni prima della scadenza, vanno alla fine del periodo di validità e restano scoperti 1-2 mesi con in mano soltanto la ricevuta di rinnovo che non consente loro d i muoversi liberamente in Europa. Questo è l’errore più comune, anche il più triste perchè si sentono ingannati, non possono tornare da chi li aspetta…. Le nazionalità sono le più varie (Gambia, Senegal, Costa d’Avorio, Nigeria, Tunisia, Egitto, Marocco, Senegal, Pakistan, Kossovo…), in genere non hanno problemi sanitari cronici, sono arrivati in Italia, attraversando 1-2 a volte 6 paesi, da poco, ma anche da alcuni anni, ospiti di vari sistemi di accoglienza, lavorando in nero o addirittura regolari, cercano di andare in Francia o Spagna o Svezia o Finlandia o Germania per trovare lavoro, più raramente per ricongiungimenti. Talvolta sono stati già respinti, anche più di una volta. Alla risposta sui motivi di migrazione rispondono “lavoro”, ricongiungimento familiare”, ”problemi politici”, spesso, semplicemente ”vivere”.

Una notte purtroppo è arrivata una donna in pessime condizioni, in gravidanza, assistita prima al presidio poi portata tramite 118 in ospedale ed infine in una struttura ad alta specializzazione dove è stata curata, ma è morta poco dopo il parto di un bellissimo bimbo sano . Circa un mese dopo una guida alpina francese è stata accusata di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina per aver soccorso una famiglia con due bimbi piccoli, nella tormenta, scoprendo inoltre che la donna era in travaglio . In seguito a questo è nata la campagna “Soccorrere non è un crimine”. Si tratta di un’iniziativa su base volontaria, multidisciplinare, che coniuga l’umanità dei volontari laici alla professionalità dei mediatori, degli avvocati, dei medici e degli infermieri a la generosità di chi porta the caldo, cibo e vestiti.

Maggiori informazioni disponibili ai seguenti link:

Bardonecchia, boom di migranti. Si gela, ma in Francia non si passa. Narcisi (Rainbow4Africa):”Ne abbiamo raccolti un migliaio e in tanti ci aiutano” (NuovaSocietà)

Da Bardonecchia a Briançon, in viaggio con i migranti sulle Alpi (Internazionale)

Nevica ancora sulla rotta di montagna (OpenMigration)

La lunga marcia dei migranti verso il fronte occidentale (LaRepubblica Torino)

“La solidarietà non è un crimine”: campagna social a sostegno del soccorso migranti ai confini (LaStampa Torino)

Una campagna di solidarietà per il volontario incriminato per aver soccorso una migrante (LaRepubblica Torino)

Intervento di Luciana Littizzetto nella trasmissione Che tempo che fa - Rai1 (Raiplay, accesso con registrazione gratuita)

 

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