Maggio 2016. La salute degli immigrati nel Rapporto Osservasalute 2015

Categoria: News

Da oltre 10 anni il Rapporto Osservasalute dedica una parte alla salute degli immigrati andando ad analizzare e valutare nel tempo alcuni indicatori adeguatamente scelti e misurati. Abbiamo un quadro autorevole e documentato, confrontabile negli anni, che fornisce elementi di conoscenza e di riflessione. Il Rapporto 2015 non può che affrontare anche il tema degli sbarchi ed in quest’ottica i dati riportati assumono particolare interesse. Nonostante alcune incertezze l’Italia, grazie a una normativa favorevole e a un sistema sanitario universalistico, è riuscita a garantire percorsi di inclusione sanitaria anche in condizioni di grande complessità organizzativa come, ad esempio, è avvenuto per i migranti in transito. I dati sulle malattie infettive riportati, seppure non allineati temporalmente a quanto è accaduto nel 2015, non mostrano trend allarmanti, anzi rassicurano sulla tenuta del sistema rispetto all’impatto di consistenti arrivi di immigrati. Il capitolo 2015 è arricchito di specifiche esperienze di best practice, e consolida quanto già descritto nelle precedenti Edizioni del Rapporto Osservasalute: gli immigrati sono una popolazione che dimostra di avere ancora problemi nell’accesso ordinario ai servizi sanitari, ma che progressivamente tende a utilizzarli, anche se tale utilizzo riguarda soprattutto gli aspetti della cura e meno quelli della prevenzione. In ambito sanitario, inoltre, non si può parlare di immigrati come di una popolazione omogenea, in quanto sia l’accesso che l’occorrenza di specifiche problematiche di salute sono condizionate dall’appartenenza culturale e, più specificatamente, dalla competenza linguistica, dalla condizione sociale e dall’approccio delle persone alla salute e alla malattia. Ci sono, infine, delle differenze geografiche evidenziate da alcuni indicatori, non spiegabili alla luce della sola distribuzione territoriale delle comunità di stranieri, ma legate, soprattutto, all’eterogeneità delle politiche locali di tutela sanitaria e accesso ai servizi. A distanza di 3 anni dall’entrata in vigore dell’Accordo tra Stato e Regioni e Province Autonome (n. 255/2012) contenente indicazioni per la corretta applicazione della normativa sull’assistenza sanitaria alla popolazione straniera, persistono ancora differenze interpretative e ingiustificate disparità di trattamento.

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