Categorie: SIMM News Salute dei minori

I minori stranieri non accompagnati (MSNA) rappresentano una percentuale significativa dei migranti che nel corso dell’anno sono arrivati in Italia attraverso le due maggiori rotte, quella balcanica e quella del Mediterraneo centrale.

Alla fine di agosto ne risultavano arrivati poco meno di 23.000. I minori stranieri in generale e quelli non accompagnati nello specifico, godono nel nostro paese di specifiche norme di tutela che recepiscono la Convenzione Onu - Convention on the Rights of the Child (CRC) - approvata dall’Assemblea Generale delle Nazioni Unite il 20 novembre 1989 e ratificata dall'Italia il 27 maggio 1991 con la Legge n. 176.

Il concetto emergente e preminente è quello del “SUPERIORE INTERESSE DEL MINORE”. Questo spiega la scelta legislativa di garantire a tutti i minori, ancorché appartenenti a nuclei familiari irregolarmente soggiornanti in Italia o non accompagnati, due delle tutele più importanti: l’accesso all’istruzione e alla tutela della salute.

Il decreto accoglienza 142 del 2015 inserisce i MSNA tra i soggetti vulnerabili e quindi meritevoli di particolare attenzione e tutela nei percorsi di accoglienza.

L’incremento degli arrivi ha riacceso polemiche strumentali lasciando posto a considerazioni lontane da questi principi basilari.

Destano preoccupazione alcune dichiarazioni (in particolare quelle di Nicola Molteni, sottosegretario al Ministero degli Interni) relative all’accertamento dell’età dei MSNA, il cui onere della prova dovrebbe ricadere sul dichiarante.

Da sempre la stragrande maggioranza dei MSNA è compresa nella fascia di età tra i 15 e i 17 anni. Si chiederebbe a ragazzi spesso poco scolarizzati, provenienti da paesi nei quali i sistemi di registrazione anagrafica sono carenti (soprattutto nelle aree rurali) di presentare documentazioni probanti, cosa oltretutto poco verosimile, considerando le difficoltà del viaggio: la stragrande maggioranza di essi non avrà quindi la possibilità di dimostrare, documenti alla mano, la propria minore età.

La norma li tutela anche in questo senso, avendo stabilito la Legge 47/2017 i percorsi di tutela e integrazione dei MSNA compreso quello di determinazione dell’età.

La Conferenza Stato Regioni il 9 luglio 2020 ha approvato il “Protocollo multidisciplinare per la determinazione dell’età dei minori stranieri non accompagnati” nel quale, facendo riferimento alla normativa nazionale e alle indicazioni e raccomandazioni consolidate anche in sede europea, si stabiliscono i criteri suggeriti per arrivare a stabilire, nei casi di fondato dubbio, se quanto dichiarato dal minore, circa la sua età, sia attendibile o meno; allo stato attuale nessun accertamento medico e men che meno l’esame radiologico del polso effettuato in urgenza da soggetti non padroni della necessaria expertise, possono arrivare a stabilire la maggiore o minore età di un soggetto essendo molte le variabili da considerare.

A fronte di queste norme tutelanti risulta che, al contrario, ci sia una disparità di approccio alla determinazione dell’età dei MSNA che interessa tutto il territorio nazionale.

Recentemente Save the Children, in partnership con UNHCR, ha pubblicato due rapporti frutto di un attento lavoro di mappatura sullo stato attuale delle procedure di identificazione e accertamento

dell’età in Italia, che con piacere pubblichiamo anche qui di seguito (e che potete trovare ai link sotto riportati) anche perché la SIMM ha collaborato attraverso la partecipazione alle tavole rotonde e alle interviste portando l’esperienza diretta nei territori dei Gris.

La SIMM ribadisce che l’accertamento dell’età deve essere richiesto dall’autorità giudiziaria competente al sistema sanitario solo nel caso di “fondato dubbio” e deve essere centrata sull’ascolto del minore, debitamente informato e supportato dal tutore e nelle migliori condizioni ambientali possibili. Già questo rende, nella stragrande maggioranza dei casi, non necessario il ricorso ad accertamenti che, per quanto non significativamente invasivi, lo diventano in quanto non necessari.

 

Francesca Ena, Gruppo Minori Stranieri, Vice-Presidente SIMM

https://www.savethechildren.it/cosa-facciamo/pubblicazioni/mappatura-stato-attuale-procedure-identificazione-accertamento-eta 

https://www.savethechildren.it/cosa-facciamo/pubblicazioni/mappatura-stato-attuale-implementazione-sistema-di-tutela 

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Rilanciamo questo articolo di Mario De Curtis, che oltre a essere docente di Pediatria è anche un caro amico della SIMM, apparso sul Corriere della sera il 26 agosto, che è leggibile su questo link

 

Il Prof. De Curtis descrive l’ineguaglianza nell’accesso alle cure nel nostro paese, che si riverbera sugli esiti di salute, con maggior mortalità infantile in alcune regioni d’Italia rispetto ad altre, e uno svantaggio ancora più grande tra i bambini di origine straniera.

E' una situazione che non vogliamo passi sotto silenzio, in specie in un momento in cui alcuni politici propongono di tornare a valutazioni inappropriate dell’età dei minori che potrebbero portare al rischio di considerare alcuni di essi erroneamente maggiorenni.

Siamo abituati a citare l’articolo 32 della Costituzione quando ci battiamo per il diritto alle cure e alla salute. Ma qui ci pare più opportuno l’articolo 3:

“Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali.

E' compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e l’eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l’effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all’organizzazione politica, economica e sociale del Paese.”

Perché morire prima del tempo è l’ostacolo più grande.

 

Marco Mazzetti