Categorie: SIMM News

Pubblichiamo con piacere questo intervento su Avvenire del dr. Pagliariccio di Senigallia che conosciamo bene da tempo e con cui ci siamo confrontati spesso sul tema. Si tratta di una questione che tocca da vicino molti di noi, e pensiamo che sia il momento di una riflessione attenta a profilo nazionale, ancora non compiuta, sugli ambulatori del volontariato.

Desideriamo che la SIMM vi giochi un ruolo determinante, con la consapevolezza che ormai non si tratti più di garantire le cure agli immigrati senza permesso di soggiorno, ma di un problema che investe un ampio strato della popolazione italiana e straniera. Gli "ambulatori solidali" si stanno moltiplicando e hanno bisogno di una filosofia di fondo: dove andare? con quale obiettivo? con quale rapporto con il SSN? come rileggere una sussidiarietà in modo originale e costruttivo? come coniugare prossimità e diritti? E queste domande non esauriscono certo tutte le questioni in campo.

Soprattutto si tratta di avere chiara la consapevolezza del rischio di favorire una deriva (ormai non più solo una deriva) privatistica della sanità italiana e forme di delega interessata da parte del SSN. Per dirla con un concetto che ci è caro: si rischia di agire con le persone in condizione di marginalità sociale solo apparentemente in modo inclusivo, ma di fatto certificando l'esclusione di una intera fetta della popolazione da diritti esigibili, derogandoli verso forme benefiche e solidaristiche e non strutturalmente garantite.

Da tempo ci stiamo interrogando sul tema, con il desiderio di essere fedeli all’idea di accompagnare i "senza diritti” e quelle persone con diritti esistenti ma di fatto negati e/o nascosti, all’inclusione nel SSN, impresa che ci appare veramente difficile; e anche di stimolare il SSN ad essere realmente "per tutti", tenendo conto delle diversità e della fragilità sociale, impresa che ci sembra ancora più difficile. Proponiamo quindi che questo sia uno dei temi chiave del nostro prossimo Congresso Nazionale.

È una riflessione per l'estate.

Salvatore Geraci e Marco Mazzetti

 

 

Qui il link all'articolo.

Categorie: News Rubrica recensioni film

L'ordine delle cose    
anno: 2017     
regia: ANDREA SEGRE    
genere: drammatico     
con Paolo Pierobon, Giuseppe Battiston, Valentina Carnelutti, Olivier
Rabourdin, Fabrizio Ferracane, Yusra Warsama, Roberto Citran, Fausto
Russo Alesi, Hossein Taheri    
nazionalità: Italia, Libia   

 voto: 7,5

     
     

 

Gli italiani non ne possono più di sentir parlare di sbarchi sulle coste
siciliane, di clandestini, di un'Europa distratta. Così il
sottosegretario del Ministero degli Esteri (Russo Alesi) decide di
inviare in Libia Corrado Rinaldi (Pierobon) - un superpoliziotto
padovano solerte, preciso, affidabile e di poche parole - con il compito
di trattare con il governo libico affinché quest'ultimo provveda sia a
fermare le navi in rotta verso l'Italia che a sistemare la condizione
dei profughi in quegli hot spot che dovrebbero essere dei centri di
accoglienza ma che sono autentici lager. Rinaldi si troverà davanti a un
dilemma etico: salvare la vita di una profuga (Warsama) con cui è
entrato casualmente in più stretto contatto o assicurarsi che tutto
abbia un proprio ordine secondo direttiva?
Andrea Segre si conferma regista sobrio e talentuoso, un autentico
specialista sul tema dell'immigrazione che, dopo i due precedenti film
di finzione (Io sono Li e La prima neve), viene affrontato da una
prospettiva inedita nel nostro cinema. Ed è qui che Segre compie il suo
capolavoro: riuscire a raccontare senza fronzoli, né didascalismi, la
complessità del sistema che dovrebbe gestire il dramma dei profughi, tra
loschi interessi del governo libico, soldi tintinnanti elargiti non
sempre in maniera avveduta dall'Unione Europea, gestione dei cosiddetti
centri di accoglienza e sedazione dell'opinione pubblica. Arriva così a
realizzare un'opera importante e necessaria, grazie a un'ottima scelta
di cast (Pierobon è perfettamente in parte), a un ritmo controllato ma
tutt'altro che sonnolento e a una declinazione delle diverse situazioni
che non scivola mai nella caricatura né tanto meno nel giudizio affrettato.  

 

Stefano Nobile è un appassionato di cinema che scrive recensioni, per
puro diletto, da quasi trent'anni. Ne ha redatte più di cinquemila, metà
delle quali campeggiano sulle pagine web di FilmTV.it (con lo pseudonimo
di Barabbovich). Adora i film di Moretti, Wilder, Hitchcock, Eastwood e
Kubrick.
Laureato in sociologia, insegna Metodologia della ricerca sociale alla
Sapienza di Roma.

 

 

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Categorie: SIMM News

L’Associazione Italiana di Epidemiologia (AIE) ha promosso un’iniziativa che sostiene la promozione della pace anche come esigenza di sanità pubblica, e propone la creazione di un position paper sull'argomento.

L’iniziativa è presentata in un editoriale pubblicato sul sito della rivista Epidemiologia&Prevenzione all’indirizzo: https://epiprev.it/editoriali/fermare-la-guerra-le-ragioni-di-chi-lavora-per-la-salute  

L’iniziativa ci riguarda da vicino non solo perché le guerre danneggiano gravemente la salute, ma anche perché producono rifugiati, molto spesso ammalati nel corpo e nella mente proprio a causa della guerra.

Sosteniamo con convinzione l’iniziativa dell’Associazione Italiana di Epidemiologia che ha proposto un Webinar il 3 luglio prossimo aperto a tutti. L’invito si trova al link https://epiprev.it/notizie/fare-la-pace-con-mezzi-pacifici

 

Perché, come ci ha insegnato Terenzio, Homo sum, humani nihil a me alienum puto.

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